Dott. Paolo Casiraghi
  • Home
  • Chi sono
  • Ossigeno - ozono terapia
  • Link e riferimenti utili
  • Contatti

Cos'è l'ozono

Picture
L’ozono non è nient'altro che ossigeno (O2), con un atomo di ossigeno supplementare (O3), dotato di un'alta capacità ossidante.

In natura l'ozono è prodotto da alcune reazioni elettrochimiche. L'esempio più familiare è lo strato di ozono dell’atmosfera, in cui l'ozono è prodotto dai raggi ultravioletti del Sole. Ma l'ozono è prodotto anche dai temporali, dalle cascate o da molecole di ossigeno che vengono "elettrificate" attraverso il passaggio in apposite apparecchiature medicali. Le tensioni estremamente elevate che si raggiungono durante i temporali producono ozono da ossigeno. Lo speciale profumo "fresco, pulito, l'odore della pioggia primaverile" è un risultato dell'ozono prodotto dalla natura. Infatti il nome di questo gas deriva dalla parola greca ozein, che significa 'sentire l'odore di'.


Rispetto all’ossigeno da cui deriva, l’ozono può essere irritante e dannoso per le vie respiratorie e gli occhi. Per questo motivo si deve porre attenzione a far sì da non disperderne nell'ambiente, anche se ciò è molto improbabile.

Infatti, nel caso si prelevi con siringa dall'apparecchio per l’ozonoterapia, l'erogazione avviene solo premendo questa sull'apposito valvolino a tenuta.

Una fuoriuscita accidentale può accadere se non si fa attenzione alla pressione di erogazione, trattenendo lo stantuffo della siringa, che potrebbe altrimenti essere spinto verso l'alto ed espellere il gas nell'aria circostante.

Per quanto concerne l'erogazione di ozono su lesioni ulcerose cutanee attraverso sacchetti a tenuta, la dispersione è evitata dall'azionare appositi sistemi di aspirazione dell'ozono nello stesso apparecchio che lo eroga, prima di rimuovere il sacchetto. La CEE ha stabilito che la concentrazione "tossica" di ozono nell'ambiente è di 0,3 milligrammi per metro cubo. La percezione olfattiva dell'ozono avviene a concentrazioni di molto inferiori a questa (0,02 mg/m3) e perfino una perdita accidentale di piccole quantità di gas è del tutto innocua e non deve assolutamente allarmare.

L'ozono, così come l'ossigeno, viene rapidamente diffuso nel sangue, che ne è avido, ed assorbito; proprio per questo motivo è impossibile il verificarsi di embolie.

Un po’ di storia 


Dato il suo odore caratteristico, Martin Van Marum, nel 1785, ne suppose l'esistenza vicino ad apparecchiature elettriche. Il gas fu dimostrato per la prima volta nel 1840 da Christian Friedrich Schoenbein, che gli diede il nome di ozono (che come abbiamo imparato deriva dal greco ozein).
La produzione artificiale di ozono fu ottenuta da Von Siemens nel 1857, mediante un arco voltaico.

La prima pubblicazione sulle applicazioni mediche dell'ozono è appannaggio di Charles J. Kenworthy, nel 1885. Durante la prima guerra mondiale il gas fu utilizzato per il trattamento delle ferite infette dei soldati tedeschi. Fu poi negli anni cinquanta che si diffuse ampiamente l'uso dell' ozono in varie patologie e con differenti metodi di applicazione. Molti degli studi pionieristici sono stati condotti a Cuba, oltre che nell’Europa continentale. L’inizio ufficiale dell’ozonoterapia in Italia risale al 1983, anno in cui venne fondata la Società Italiana di Ossigeno-Ozono Terapia (SIOOT).

Per qualsiasi informazione ulteriore sull’ossigeno-ozonoterapia, si suggerisce di collegarsi al sito ufficiale della SIOOT (puoi trovare l'indirizzo nella pagina dei Link e riferimenti utili).

Come agisce l'ozono

Occorre onestamente riconoscere che i meccanismi d'azione non sono ancora perfettamente conosciuti. Sono stati fatti studi in vitro che hanno permesso di attribuire all'ozono proprietà che il semplice ossigeno non possiede.

Un'azione riconosciuta è la capacità di modificare la produzione di citochine da parte dei globuli bianchi, agendo sulla regolazione del sistema immunitario e determinando una riduzione dello stato infiammatorio.
L'ozono agisce anche sulla struttura delle membrane cellulari, soprattutto dei globuli rossi, rendendole più fluide. L’ozono è così in grado di aumentare la perfusione a livello della microcircolazione con aumento dell'ossigenazione dei tessuti e stimolo alla neoformazione di piccoli vasi. Il miglioramento del flusso ematico è reso possibile anche dall’induzione di molecole che inducono una dilatazione dei vasi capillari.
Un’altra importante funzione consiste nella riduzione dell’effetto dannoso dei radicali liberi, dato che questo gas amplifica notevolmente i meccanismi antiossidativi presenti normalmente nel nostro corpo.

Da questo semplice elenco si capisce come l’ozono sia in grado di esplicare il proprio effetto su molteplici meccanismi cellulari. Ne consegue che il numero di patologie potenzialmente trattabili con l’ozonoterapia sia estremamente elevato e che non esistano praticamente tessuti od organi che non risentano dell’effetto positivo di questo gas.  

Applicazioni dell'ossigeno - ozono terapia

La metodica è utilizzata da oltre un ventennio e si è diffusa tra le varie nazioni; ultimamente sta superando anche le diffidenze iniziali, se non proprio ostilità franche, della classe medica, soprattutto per quanto concerne i conflitti disco-radicolari. Molti medici infatti l'utilizzano con successo in alternativa all'intervento chirurgico per le ernie discali, quando queste non siano calcifiche (l'ozono non potrebbe penetrare per svolgere la sua azione) o iperalgiche (molto dolorose e refrattarie ad ogni trattamento), o nei più rari casi dove sia presente un deficit neurologico, oltre che il dolore. Per questo motivo è indispensabile, prima di iniziare un ciclo di ozonoterapia, essere visitati da un neurochirurgo per escludere la necessità di un intervento.

L'ossigeno-ozono viene utilizzato oltre che per il trattamento di svariate patologie dell'apparato osteo-articolare, anche nei disturbi circolatori, in molti problemi neurologici, oculari, epatici, gastroenterici, genito-urinari, dermatologici, metabolici, immunitari.

Non ha effetti collaterali e non causa allergie. Nei diabetici abbassa la glicemia e occorre tenerlo presente, anche se ai dosaggi comunemente usati a livello ambulatoriale non ci sono effetti ipoglicemici degni di nota né tantomeno pericolosi.

Controindicazioni assolute all’ozonoterapia:
  • gravidanza
 
Controindicazioni relative (da valutare caso per caso):
  • favismo
  • ipoglicemia
  • ipertiroidismo

Schema delle principali patologie trattabili con l’ozonoterapia

  • Sistema nervoso: ernie discali, cefalea, astenia cronica, patologia neurovascolare, nevralgia
  • Apparato locomotore: traumi, dolori articolari
  • Sistema tegumentario: infezione da Herpes, acne, eczema, piaghe
  • Apparato digerente: epatite, malattie infiammatorie intestinali, disbiosi, colon irritabile, stipsi. Disinfezione pre- e postimpianti odontoiatrici; trattamento delle osteonecrosi da uso di bifosfonati per l’osteoporosi.
  • Organi di senso: maculopatia degenerativa
  • Sistema vascolare: insufficienza venosa, ulcere diabetiche.

N.B.

Navigando su Internet è possibile leggere di fantomatici trattamenti per patologie non sensibili all’ozono. Sono anche riportati casi di complicazioni maggiori legate a questa terapia. 
Si consiglia di sfatare queste leggende durante la prima visita con l’ozonoterapeuta, così da iniziare con serenità un trattamento che, se ben condotto, è del tutto sicuro.
Clicca qui per approfondire le principali leggende metropolitane sull'ossigeno - ozono terapia.

Come si applica l'ossigeno - ozono terapia


Ci sono varie metodiche a seconda delle patologie da trattare.

Si possono fare infiltrazioni peri- ed intra-articolari, intramuscolari, intradermiche, rettali, vaginali, anche con acqua ozonizzata (sempre da apparecchiature apposite); in sacchetto per le patologie ulcerose cutanee degli arti inferiori. Infine si utilizzano metodiche più invasive come la piccola e la grande autoemoinfusione, mediante un prelievo di più o meno grandi quantità di sangue venoso dello stesso paziente, che viene ozonizzato e reinfuso. Quest'ultima metodica, essendo equiparabile alle terapie trasfusionali ematiche, è soggetta alle relative raccomandazioni e prescrizioni di legge.

Inconvenienti dell'ossigeno - ozono terapia

Per quanto concerne le ernie discali l'infiltrazione a volte è un po’ dolorosa perché il gas va ad esercitare una pressione su una zona già sofferente e compressa, ma il dolore è limitato alla diffusione della miscela e dura pochissimo. La persistenza di dolore dopo la puntura dipende dalla contrattura dei muscoli e non dall'ozono. Quindi maggiore è la fiducia nell'operatore, la collaborazione e il rilassamento nel momento in cui si effettua l’iniezione, minore e di minore durata sarà il dolore, che comunque resta molto soggettivo e dipendente dal paziente, dalla sua sensibilità, reattività ed anche esasperazione per le sofferenze patite prima di arrivare a questa terapia. La spiegazione particolareggiata, la risposta ai quesiti del paziente, il chiarimento di dubbi e paure, la pazienza e la dolcezza dell'operatore diminuiscono molto il disagio e agiscono positivamente sulla sopportazione temporanea del dolore.
Anche l'infiltrazione intra- peri-articolare è un po’ dolorosa ma il disagio dura poco e gli effetti a breve distanza sul paziente lo predisporranno meglio alle applicazioni successive.

Per le infiltrazioni intradermiche potrebbero verificarsi piccoli stravasi di sangue che, come i comunissimi "lividi", vengono del tutto riassorbiti dopo qualche giorno e non necessitano di ulteriori terapie.
Le terapie infusionali devono essere necessariamente affiancate da un anestesista ed applicate in ambito ospedaliero. Quelle ambulatoriali semplici non destano alcuna preoccupazione. Qualche raro paziente può essere particolarmente pauroso o avere una reattività vagale spiccata e svenire alla sola vista dell'ago o alla sua introduzione. Nessuna paura. Ogni medico è preparato a quest'evenienza ed è in grado di trattarla senza problemi. Se il paziente ha già avuto qualche precedente in tal senso, deve però informarne il medico che potrà meglio prepararsi ad ogni evenienza. Un blando ansiolitico in gocce o un colloquio sereno possono risolvere questo fastidioso inconveniente.

La durata della terapia

I tempi variano a seconda delle patologie da trattare e in relazione alla risposta dei pazienti, che è molto variabile da caso a caso. Per ogni patologia il medico spiegherà la metodica e indicherà orientativamente i tempi di terapia.

Per il trattamento delle ernie discali, gli effetti (prima sul dolore e poi sulla funzione) cominciano a manifestarsi, nella maggior parte dei casi, dalla sesta-settima seduta in poi fino alla decima-dodicesima. 
Un minor numero di casi possono richiedere oltre venti sedute.

Powered by Create your own unique website with customizable templates.